Premessa
- La storia racconta della nascita dell'essere umano
vista direttamente dai suoi principali protagonisti:
Dio e l'uomo. Alcuni paragrafi sono estratti dalla
Bibbia e servono come spunto di partenza. Ogni "Ricordo"
introduce un nuovo quadro con personaggi e situazioni
completamente differenti. Le parole colorate di Blu
fanno testo a parte. Inferno è stato scritto
volutamente con uno stile ermetico.
INFERNO
Come
in un gioco le parole scorrono veloci nel libro della
Genesi. Disteso sul letto leggo la storia dell'uomo
e del suo Dio. Fra una pagina e l'altra le mie palpebre
si fanno pesanti; il sogno può iniziare...
Concepire la
vita donando il seme alla ricerca di se stessi; vederne
il volto senza per questo morirne.
Ricordo...L'uomo
fu
creato a mia immagine e somiglianza e
per leggenda decisi
che fosse frammento di terra e che la terra fosse
sabbia in lui.
Ricordo...Il cielo si fece cupo, la crosta terrestre violentata
dal fuoco saliva e scendeva trasformando l'orizzonte
nella vetta del mondo. L'atmosfera traboccante di
elettricità si tingeva scrivendo fra le pagine tutta
la verità. Sorvolavo l'immenso fiammifero di
terra nell'incompleto universocercando
la differenza del
bene sul male.
L'evoluzione proseguiva...
Il seme della vita nato da un mio respiro maturava
replicandosi all'infinito.
Ogni istante l'albero
della vita salivain
una caotica instabilità,
il
mare cantava melodie fiabesche accarezzando
un poco le rocce, il vento saltava da un'onda all'altra
felice di respirare.
"L'abisso
immenso era cupo; nelle sue ombre il sangue scorreva."
Volare
silente nel cielo tra
un respiro e l'altro, per non disturbare l'alba appena
sorta da un sole timoroso di scoprire la verità. Volare
sempre più in altoper
sfiorare le stelle con
le mani fino alla vetta della verità, fino alla fine delle falsità.
Essere
vivo; il primo organismo che sa volare, una
creatura della terra.
Ricordo...Avevo
creato un mondo nuovo
soffiando
polvere sulla
carne,
avevo giocato con l'inferno
per incendiarne la vita.
Nuotavo
con un delfino nel
mare in burrasca e con un solo sguardo capivo
e
piangevo, piangevo
solitario.
Il giorno era giunto,la
leggenda doveva
continuare e nel gran libro si scrisse:
"Facciamo
l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e presieda
ai pesci del mare ed ai volatili del cielo ed alle
bestie di tutta la terra, e ad ogni rettile che in
terra si muove. EcreòIddiol'uomo ad immagine sua;ad
immagine di Dio creò; maschi e femmina li creò..."(antico
testamento).
Ricordo...Sommai
uno spicchio del sapere nel dolore creando la fine
e l'inizio di ogni cosa. La creai a mia immagine e
somiglianza, nel riflesso di un Dio perché in terra
scintilasse il miracolo più grande.
Contemplando la mia bravura, mi resi contento dell'opera
appena compiuta: la leggenda era nata. Era stato
creato
come sarà scritto, per porre nella memoria dell'uomo
la verità di un libro su un Dio che
creò la vita.
Ricordo...Il tempo passa veloce: sento, vedo, urlo. Ecco l'uomo:
di Dio è l'immagine riflessa, inchinatevi alla sua
presenza perché è forte il suo potere.
"Io
sono l'uomo; il supremo"
Ricordo...Il mare ricoperto da macchie nere galleggianti
non canta più, onde soffocate dalla schiuma colpiscono
con violenza le rocce, la vita salta da un punto all'altro
senza trovare l'ossigeno per respirare.
"Volare nel cielo tra un respiroe
l'altro senza far rumore, per non disturbare l'alba
appena velata da un sole cupo."
Consapevole
della verità volare in alto fino a toccare le stelle
con le mani, fino alla coscienza di se stessi. Essere
vivo; volare nel cielo grigio
per
capire
che
la vita sta finendo per poi morire, morire come ogni
creatura vivente.
Ricordo...Ecco la verità di fronte a me impugnare
dell'acciaio temperato, all'interno nera polvere,
nel
cuore il Diavolo che la morde. Guarda straniero guarda
la mia pelle riflettere nella croce la
tua condanna a morte. Canta le tue ballate nell'ultimo
respiro, perché un Dio bianco ha
deciso della tua sorte.
Ricordo...Una costruzione bianca, anonima, in una terra lontana.
Un mondo povero dove il figlio del Dio lotta per vivere.
Al suo interno batte un cuore forte, potente, capace
di produrre energia senza costare molto, in grado
di generare la vita rubandola alle stelle.
La verità è ora pronta
ad urlare nel cielo la sua prepotenza: il rosso colore
del suo reattore nucleare ora splende di riflessi
incandescenti negli occhi di ogni bambino, che
da quel giorno,
comprese perché non avrebbe mai più rivisto
la vita ma
solo l'inferno. Ricordo...La vegetazione impenetrabile, alta, l'odore acre
del sudore porta l'eletto di Dio in posti mai visti.
Il vento caldo soffia...La vita ti porge il suo saluto negli
occhi a mandorla di un essere come te.
Il vento caldo soffia...Avanti,
sempre più avanti, camminando per scoprire il destino.
Ricordi te stesso? Ricordi la tua donna?
La foto è logora, l'immagine rovinata, non per il
troppo uso solo dimenticata: all'inferno non c'è tempo
di pensare.
Il vento caldo soffia...Eccolo!
E' lui! Il nemico! Ammazza! Ammazza! Tuoni e fulmini
multicolori sfrecciano in ogni direzione rincorrendosi
ciecamente nel gioco della vita e della morte. Corri
regalando ferro e fuoco, lì dove l'occhio può
arrivare.
Il cervello schizza la mano trema.
Il vento caldo soffia...Corri!
La vita dura pochi istanti
e la morte
ancora meno.
Il vento caldo urla nella tempesta.
Alto nel cielo di fuoco l'uccello d'acciaio romba.
Nella sua forma alata s'intravede un drago potente
e distruttivo, dal nulla è arrivato e all'ombra del
sole sparirà.
Dall'interno del suo ventre piovono uova impastate
di morte, un solo istante e il vento caldo
seminerà il verbo di Dio.
Lunga
è la traccia di fuoco, acre è l'odore, nulla fugge.
Il fumo si dirada, l'inferno non lascia spazio alla
vita. Alzo lo sguardo, qualcosa si muove avvicinandosi
correndo, la scorgo, è nuda, piange urlando di dolore.
La pelle cotta dal napalm si stacca cadendo a terra,
i suoi occhi incontrano i miei.
"Io
sono l'uomo sono figli di un Dio supremo, e presiedo
ai pesci del mare ed ai volatili del cielo e alle
bestie di tutta la terra, e ad ogni rettile che in
terra si muove... (antico testamento)."
Ora non ricordo più, il pensiero si e fermato il sogno
è finito. Lacrime di sofferenza colmano la
mia ignoranza; osservo l'alba sfumare al canto del
gallo.
Il libro di Dio scivola fra le mie mani aprendosi
a ventaglio, nella pagina centrale leggo fra le righe:
"...e vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo
bianco, e quei che ci sta sopra si chiama Fedele e
Verace, e con giustizia giudica e guerreggia. I suoi
occhi sono come fiamme di fuoco. E sul suo capo stanno
molti diademi. E ha un nome scritto che nessuno sa
se non lui stesso..." (apocalisse).