Arturo (AFI: /arˈturo; α Boo / α Bootis / Alfa Bootis; in latino Arctūrus) è la stella più luminosa della costellazione del Boote, la quarta stella più brillante del cielo notturno osservabile dopo Sirio, Canopo e α Centauri, in virtù della sua magnitudine di −0,05, la terza se si considerano singolarmente le due componenti principali del sistema di α Centauri.
È, dopo Sirio, la stella più brillante fra quelle visibili dalle latitudini settentrionali, nonché la stella più luminosa dell'emisfero celeste boreale. È una gigante rossa, di tipo spettrale K1 III e ha una luminosità 113 volte superiore a quella del Sole, ma, una volta che si sia presa in considerazione la notevole quantità di radiazione emessa nell'infrarosso da questo astro, Arturo risulta essere circa 200 volte più luminoso del Sole, il che ne fa l'astro più luminoso entro la distanza di 50 anni luce dal Sole.
Il nome della stella deriva dal Greco Ἀρκτοῦρος (Arktôuros) il cui significato è il guardiano dell'Orsa, derivando da ἄρκτος (árktos), "orso" + οὖρος (ôuros), "guardiano". È un riferimento al suo essere la stella più luminosa del Boötes (il bovaro), e vicina alle due orse (Ursa Major e Ursa Minor).
In arabo è una delle due stelle chiamata al-simāk, che significa l'"elevata", l'altra essendo Spica. Arturo è in arabo السماك الرامح as-simāk ar-rāmiħ "l'elevata del lanciere". Questo nome è stato variamente latinizzato in passato, dando vita alle varianti ormai obsolete Aramec e Azimech. Il nome Alramih è usato nel Trattato sull'astrolabio di Geoffrey Chaucer del 1391. Un altro nome arabo è Haras al-samà (حارس السماء), "Guardiano dei Cieli".
Sotto questa stella nascono delle poesie dal catattere imprevedibile...