Tavole originali favola "Bruco".
Il sole, sbirciando impetuoso
dall'alto del cielo,
risvegliò ogni respiro in terra
seminando
lucciole nel mondo intero.
Nella parte più celata della crosta terrestre,
dove il sole stentava ad arrivare,
un giovane bruco poltriva e sognava.
Gocce di rugiada, scivolando
dai rami delle piante più alte,
ballarono raggianti
rincorrendo ombre tra i giochi di luce.
Traspariva sfumature multicolori
miscelando desideri e passioni,
dove bianche nuvole si incipriavano il naso,
mentre astuti lampi celavano tuoni terrificanti.
Un raggio di luce,
il più intraprendente,
strisciando attraverso una crepa del terreno
sfiorò il piccolo bruco che nel risveglio sbadigliò.
Bruco volse il pensiero al sole
nel buon giorno del mattino,
mentre già presagiva un fremito sulla pelle.
Nel cielo una nuvola di moscerini
si radunò in fretta per osservare
di quale magia si stesse recitando.
Bruco non si impressionò: assestò il vestito,
colse l'espressione più seria di cui era capace,
e timidamente mosse un passo di danza
roteando un poco.
D'incanto, ad ogni giravolta,
il fragile strato di pelle di cui era ricoperto
si staccò mostrando al di sotto un'impalpabile
e luccicante stola di seta.
Prima si materializzò
una pupilla finemente intarsiata
sull'ala sinistra, poi su quella destra
un mosaico multicolore, ed infine
fu avvolto di magia
nella polvere più impalpabile che ci sia.
Bruco si guardò con soddisfazione,
mosse con grazia le sue nuove ali,
strizzò l'occhio al buon Dio
che dal cielo l'ammirava
e sorridendo orgoglioso volò via,
la più bella farfalla che ci sia.
***